IFOR interviene all’ONU sul diritto all’obiezione di coscienza al servizio militare e la guerra in Ucraina

Oggi l’ International Fellowship of Reconciliation – IFOR ha preso la parola nel corso della 50a sessione del Consiglio dei Diritti Umani dell’ONU, durante il dialogo interattivo con l’Alto Commissario Michelle Bachelet – al suo ultimo ID presso il Consiglio dei Diritti Umani dell’ONU – sulla situazione in Ucraina.
L’IFOR ha affrontato il tema del diritto di coloro che si rifiutano di uccidere e di imbracciare le armi, riferendosi a singoli casi di obiettori recentemente condannati al carcere e ha citato anche il rapporto quadriennale tematico dell’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani presentato in questa sessione, l’appello alla comunità internazionale per fornire asilo agli obiettori di coscienza dalla guerra in Ucraina.
L’IFOR ha concluso affermando che “la guerra dovrebbe essere abolita perché non è mai una risoluzione dei conflitti, né in Ucraina né in altri Paesi. Gli Stati membri dell’ONU dovrebbero perseguire con urgenza una via diplomatica ai negoziati di pace e facilitare questo percorso che rientra negli scopi delle Nazioni Unite”.


Signor Presidente,

l’International Fellowship of Reconciliation (IFOR) ringrazia l’Alto Commissario e il suo ufficio per la presentazione orale sull’Ucraina.
Siamo solidali con il popolo ucraino e piangiamo con lui in questo drammatico momento di conflitto armato.
Siamo solidali con tutti i resistenti alla guerra e gli obiettori di coscienza al servizio militare in Ucraina, Russia e Bielorussia e chiediamo alla comunità internazionale di fornire loro asilo; ad esempio, l’IFOR ha promosso un appello congiunto alle istituzioni europee su questo tema.
La libertà di pensiero, coscienza e religione è un diritto inderogabile e, come la libertà di espressione, continua a valere anche in situazioni di conflitto armato. Il diritto all’obiezione di coscienza al servizio militare deve essere assolutamente protetto e non può essere limitato, come evidenziato dal rapporto tematico analitico quadriennale dell’Ufficio dell’Alto Commissario per i Diritti Umani (OHCHR) presentato in questa sessione.
L’IFOR è preoccupata per le violazioni di questo diritto in Ucraina, dove la mobilitazione generale per l’esercito viene attuata senza alcuna eccezione per gli obiettori di coscienza. L’elusione del servizio di leva durante la mobilitazione è punita penalmente con la reclusione da 3 a 5 anni. Il pacifista Andrii Kucher e il cristiano evangelico Dmytro Kucherov sono stati condannati dai tribunali ucraini per essersi rifiutati di imbracciare le armi senza rispettare la loro libertà di coscienza.
L’IFOR è anche preoccupata per la mobilitazione forzata di soldati di leva nel territorio ucraino controllato da gruppi armati affiliati alla Russia.
Come già affermato, la guerra dovrebbe essere abolita perché non è mai una risoluzione dei conflitti, né in Ucraina né in altri Paesi. Gli Stati membri dell’ONU dovrebbero perseguire con urgenza una via diplomatica ai negoziati di pace e facilitare questo percorso che rientra negli scopi delle Nazioni Unite.

Grazie.


Clicca qui per il testo originale in inglese.

Clicca qui per vedere la sessione ONU durante la quale la dichiarazione è stata letta dalla rappresentante dell’IFOR all’ONU.

Leggi di più sul sito dell’IFOR, cliccando qui.