Dal digiuno del Venerdì Santo alla Pasqua

Angoscia e speranza, morte e vita, passione e liberazione, venerdì santo e domenica di Pasqua si avvicendano in questi giorni Santi, cioè Diversi.

Gli eventi conclusivi della vita di Gesù ispirano le celebrazioni liturgiche del triduo pasquale e le meditazioni dei cristiani, che sono invitati a morire e risorgere col Signore Gesù.

Ma anche per chi non riconosce in Gesù il Cristo Signore, i racconti dei suoi ultimi giorni sono fonte di riflessione, per dare senso al vissuto umano.

La crudele passione e morte di Gesù, condannato dal regime religioso-politico del suo tempo, invita a pensare a ogni umana sofferenza, in particolare alle sofferenze causate dalla malvagità degli uomini e dei regimi costituiti. Nella sua crocifissione si uniscono le immagini di tutte le persone condannate, tradite, abbandonate, violentate e uccise.

Se con empatia pensiamo a loro, ci passa persino la voglia di mangiare. Capiamo allora la pratica del digiuno del venerdì santo, prescritto dalla Chiesa cattolica.

Col digiuno sentiamo dentro la sofferenza dei crocefissi e di chi è loro vicino, dei loro familiari, che come Maria stanno ai piedi della croce. Col digiuno ci sentiamo più partecipi al loro digiuno. Sentiamo la sofferenza di chi ha fame, di chi è privato della libertà, oggetto di violenza, vittima delle guerre e delle dittature, di chi è malato, in lutto, colpito dai virus, di chi è tormentato e disperato, di chi è migrante, anche per le condizioni ambientali del territorio divenuto inabitabile a causa dei cambiamenti climatici, dovuti allo stile consumistico  di chi non è costretto a emigrare.

Ma se si pensa a chi soffre e si condivide la sorte di Gesù e di coloro che per amore del prossimo, della verità, della giustizia e della libertà, accettano di patire e morire, allora sentiamo che innanzitutto occorre astenersi dal male, dall’egoismo e dalla violenza, dalla cupidigia e dall’ambizione di potere, dalla guerra e dalla sua preparazione, per dedicare maggior cura a chi soffre e alla casa comune.

Così sarà più vicino il giorno della liberazione, del passaggio a un mondo fraterno, sano e pacifico; così si da più senso alla speranza e alla Pasqua.

Così rivolgo a tutte e tutti gli auguri di Buona Pasqua.

Pierangelo Monti, Presidente MIR

 

*immagine tratta da giobbeling.eu