1 settembre – Giornata per la cura del creato

Oggi, 1° settembre è la Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato, primo giorno del cosiddetto Tempo del Creato che termina il 4 ottobre, festa di San Francesco d’Assisi, patrono dell’ecologia, amato da quanti amano ogni essere vivente.

Il MIR-Movimento Internazionale della Riconciliazione, che ha una peculiare spiritualità ecumenica, quest’anno valorizza questa occasione con il libro “La colomba e il ramoscello” – Edizioni Gruppo Abele. Con esso il MIR intende proseguire sulla via dell’educazione alla pace integrale, della nonviolenza nei rapporti tra gli esseri umani, della giustizia distributiva, della solidarietà fraterna, della conversione ecologica, dello stile di vita sobrio e del rispetto e cura della natura. La presentazione ufficiale del libro avverrà la sera del 3 settembre 2021, presso la Casa del Popolo di Settignano (Firenze) e sarà trasmessa in diretta sulla pagina Facebook del MIR.

Per ulteriori informazioni rivolgersi alla segreteria nazionale del MIR.

Come sta scritto nel sito season of creation:

Nel 1989 il Patriarca ecumenico Dimitrios I proclamava il 1° settembre Giornata di Preghiera per il Creato per gli ortodossi. […]

Successivamente, il Consiglio Ecumenico delle Chiese (WCC) ha prolungato la celebrazione fino al 4 ottobre, giorno di San Francesco d’Assisi. […]

Il Tempo del Creato è la celebrazione ecumenica annuale di preghiera e di azione per la nostra casa comune. Individui e comunità sono invitati a partecipare attraverso la preghiera, progetti di sostenibilità e mobilitazione. […]

Ogni anno, il Comitato direttivo ecumenico propone un tema e fornisce risorse per guidare la celebrazione del Tempo del Creato. […]

Per quest’anno il tema proposto è: “Una casa per tutti? Rinnovare l’Oikos di Dio“. Oikos è la parola greca che significa “casa” o “famiglia”; allo stesso modo, il simbolo proposto è la Tenda di Abramo, che rappresenta il nostro impegno a preservare un luogo per tutti coloro che condividono la nostra casa comune. […]

Tutti, credenti e non credenti, siamo chiamati a vivere in armonia, essendo custodi responsabili della nostra casa comune, il che implica che dobbiamo impegnarci tutti a prenderci cura della vita in tutte le sue forme, ricordiamo che prendersi cura non significa solo proteggere, ma implica necessariamente amare, contemplare e sentirsi parte dell’opera creatrice di Dio.

In occasione del Tempo del Creato, il periodo liturgico ecumenico che tutti gli anni prende il via il 1° settembre, per concludersi il 4 ottobre, la Commissione Globalizzazione e ambiente (GLAM) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia ha divulgato una newsletter ad hoc, con informazioni nazionali e internazionali sui cambiamenti climatici, verso il prossimo appuntamento della COP26.  Per ulteriori approfondimenti clicca qui.

 

Dal Messaggio della Chiesa Cattolica per la 16ª Giornata per la Custodia del Creato

La 16ª Giornata Nazionale per la Custodia del Creato vede la Chiesa che è in Italia in cammino verso la 49ª Settimana Sociale dei cattolici italiani, che avrà per titolo «Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro, futuro. #tuttoèconnesso». La strada che conduce a Taranto richiede a tutti un supplemento di coinvolgimento perché sia un percorso di Chiesa che intende camminare insieme e con stile sinodale. La speranza che ci muove alla cura del bene comune si sposa – sottolinea l’Instrumentum Laboris – con un forte senso di urgenza: occorre contrastare, presto ed efficacemente, quel degrado socio-ambientale che si intreccia con i drammatici fenomeni pandemici di questi anni. «Il cambiamento climatico continua ad avanzare con danni che sono sempre più grandi e insostenibili. Non c’è più tempo per indugiare: ciò che è necessario è una vera transizione ecologica che arrivi a modificare alcuni presupposti di fondo del nostro modello di sviluppo» (IL, n. 20).

Viviamo, dunque, un cambiamento d’epoca, se davvero sappiamo leggerne i segni dei tempi. Di qui l’invito a una transizione che trasformi in profondità la nostra forma di vita, per realizzare a molti livelli quella conversione ecologica cui invita il VI capitolo dell’Enciclica Laudato si’ di Papa Francesco. Si tratta di riprendere coraggiosamente il cammino, lasciandoci alle spalle una normalità con elementi contraddittori e insostenibili, per ricercare un diverso modo di essere, animato da amore per la terra e per le creature che la abitano. Con tale transizione diamo espressione alla cura per la casa comune e corrispondiamo così all’immagine del Dio che, come un Padre, si prende cura di ognuno/a. […]

Come il popolo d’Israele nei quarant’anni di passaggio dalla schiavitù verso la terra promessa ci attende un periodo di importanti decisioni. C’è sempre il pericolo di rimpiangere il passato, di sfuggire alla stagione del cambiamento e di non guardare con fiducia all’avvenire che ci attende. Nella transizione ecologica, si deve abbandonare un modello di sviluppo consumistico che accresce le ingiustizie e le disuguaglianze, per adottarne uno incentrato sulla fraternità tra i popoli. Il grido della terra e il grido dei poveri ci interpellano, […]. La ricchezza che ha generato sprechi e scarti non deve far nascere nostalgie. […]

La transizione ecologica è «insieme sociale ed economica, culturale e istituzionale, individuale e collettiva» (IL, n. 27), ma anche ecumenica e interreligiosa. È ispirata all’ecologia integrale e coinvolge i diversi livelli dell’esperienza sociale che sono tra loro interdipendenti: le organizzazioni mondiali e i singoli Stati, le aziende e i consumatori, i ricchi e i poveri, gli imprenditori e i lavoratori, le nuove e vecchie generazioni, le Chiese cristiane e le Confessioni religiose… Ciascuno deve sentirsi coinvolto in un progetto comune, perché avvertiamo come fallimentare l’idea che la società possa migliorare attraverso l’esclusiva ricerca dell’interesse individuale o di gruppo. […]

È importante, allo stesso tempo, mantenere viva quell’attenzione ecumenica che ha guidato le Chiese nell’imparare ad ascoltare assieme «il grido della terra e il grido dei poveri», secondo l’indicazione di Laudato si’ (cfr n. 49). Trent’anni fa, nel 1991, si teneva a Canberra l’Assemblea del Consiglio Ecumenico delle Chiese nel segno dell’invocazione: «Vieni Spirito Santo: rinnova tutta la creazione». Facciamo nostra tale preghiera, che già vent’anni fa sollecitò la Conferenza delle Chiese Europee (KEK) e il Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE) a firmare congiuntamente la Charta Oecumenica con l’impegno di istituire una Giornata ecumenica dedicata al Creato. […] Roma, 24 maggio 2021 (VI° anniversario dell’Enciclica Laudato si’)

 

Per un cambiamento reale, occorre un impegno ecopacifista di tutti, anche nostro.

Pierangelo Monti, Presidente MIR