Consiglio Mondiale dell’IFOR – comunicato stampa

Comunicato stampa

CONSIGLIO INTERNAZIONALE DELL’IFOR
TENUTOSI A JUBA, SUD SUDAN, DAL 14 AL 20 NOVEMBRE 2022

Il Consiglio internazionale quadriennale dell’International Fellowship for Reconciliation (IFOR) si è tenuto presso la Guest House della Chiesa episcopale del Sud Sudan (ECSS), a Juba, dal 14 al 20 novembre 2022, insieme a una Conferenza pubblica.
Il Consiglio internazionale è stato preceduto da una conferenza pubblica tenutasi dal 12 al 13 novembre 2022, sul tema: “Conflitti armati e transizioni pacifiche in Africa: Lezioni dal Sud Sudan e dal resto del mondo”. All’evento hanno partecipato autorità politiche, amministrative e religiose, attivisti delle organizzazioni della società civile del Sud Sudan e delle organizzazioni internazionali, nonché il pubblico in generale.
La conferenza ha sottolineato il fatto che il continente africano è oggi il più colpito da ricorrenti conflitti armati con conseguenze che possono ritardare lo sviluppo di questa parte del mondo. Tuttavia, tra le ceneri della violenza, della sofferenza e delle lacrime che non hanno colore né confini, ci sono sempre più segni di speranza per un’altra versione dell’Africa, “… libera, prospera e integrata nella comunità internazionale, dove i conflitti sono trasformati in modo nonviolento e dove regnano la giustizia, la armonia sociale e la pace”.
Come preludio al Consiglio internazionale, la mattina del 14 novembre i membri dell’IFOR in Africa hanno tenuto il loro primo incontro interafricano.
Il Consiglio Internazionale (l’organo supremo dell’IFOR) che ne è seguito è stato storico: per la prima volta negli oltre 100 anni di esistenza dell’IFOR, si è tenuto in Africa. In un formato ibrido, i 60 delegati hanno valutato i progressi compiuti dal 2018 al 2022 dai suoi membri e dai suoi organi, apprezzando il lavoro svolto, soprattutto in condizioni spesso difficili in Africa e in Sud America. Hanno espresso grande preoccupazione per il nostro contesto attuale, caratterizzato da gravi crisi e conflitti armati, come nei Paesi dei Grandi Laghi e nel Sahel in Africa, in Ucraina, ecc. Di fronte alle numerose sfide dell’ingiustizia e della violenza che minacciano la coesione e la pace nel nostro mondo, anche se a volte attuate con iniziative umili, rimane che la nonviolenza è la via più credibile per difendere il dono sacro della vita, salvaguardare la pace, promuovere la dignità umana e proteggere l’ambiente dai cambiamenti climatici. Consapevole del destino comune degli esseri umani, l’IFOR riafferma quindi il proprio impegno a perseguire con maggiore determinazione, in solidarietà con altri attori, la propria missione al servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace attraverso la nonviolenza.
Il Consiglio ha quindi istituito gruppi di lavoro, adottato risoluzioni e raccomandazioni, tra cui l’attuazione di un Piano d’azione strategico in Africa per gli anni dal 2022 al 2027 dal titolo “Promuovere la nonviolenza, la riconciliazione, la democrazia e la pace in Africa”, misure nel quadro dell'”Iniziativa di sicurezza comune 2022″ e quelle sul diritto all’obiezione di coscienza al servizio militare, nonché una riflessione sulla visione futura dell’IFOR, ecc.
Ha inoltre nominato un nuovo Comitato internazionale (Board) che lavorerà per i prossimi quattro anni. Presidente: Zoughbi- Zoughbi (Wi’am Palestina); Co-Vice-Presidenti: Jean Pierre Massamba (MIR Congo) e Christian Renoux (MIR Francia); Tesoriere: Christiane Lohse (FOR Germania); Membri: Ariel Gold e Susan Smith (FOR USA – che condividono il seggio -), Ruhi Das (BASTOB Bangladesh), Blas Garcia (SERPAJ America Latina).
Ha inoltre nominato i rappresentanti regionali del Comitato Consultivo dei Rappresentanti.
I partecipanti hanno reso grazie a Dio, che è al di sopra di ogni potere, per i molti semi di speranza piantati in terra africana, come nel Sud Sudan, un Paese in fase di transizione politica. Hanno espresso i loro sinceri ringraziamenti al Governo del Paese e al suo Presidente Salva Kiir per tutte le strutture messe a disposizione, al Primate della Provincia della Chiesa episcopale del Sud Sudan (ECSS) e al Vescovo metropolitano della Diocesi di Juba, il Reverendo Dr. Justin Badi Arama, e ai leader delle altre comunità religiose e ai loro fedeli per la loro partecipazione e il loro sostegno.

Giuba, 20 novembre 2022

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Il nuovo presidente dell’IFOR: Zoughbi Zoughbi

Zoughbi Zoughbi è il fondatore e direttore del Centro palestinese per la trasformazione dei conflitti in Cisgiordania.
Conosciuto con il nome di “Wi’am”, parola araba che significa “relazioni cordiali”, il centro offre mediazione, formazione e consulenza per aiutare a risolvere le controversie della comunità. Include un programma di superamento dei traumi per i bambini, formazione alla leadership per le donne e i giovani, programmi di advocacy, di diplomazia cittadina e di educazione alla nonviolenza.
“L’occupazione israeliana ha causato un allarmante deterioramento delle strutture politiche, economiche, ambientali e sociali”, ha dichiarato Zoughbi, che ha fondato il centro nel 1994. “Ma anche in mezzo a questo deterioramento, provo una grande gioia nel rispondere ai bisogni delle persone”.
Zoughbi parla e cammina senza violenza ed è attivo da quando aveva 13 anni.
Wi’am è stato premiato con il Peacebuilding Award 2010 nell’ambito del concorso World Vision International Peace Prize per aver “integrato con successo le tradizionali usanze di mediazione palestinesi con innovativi modelli accademici di analisi dei conflitti per affrontare le difficilissime circostanze dei palestinesi che vivono nella Cisgiordania occupata”.
Zoughbi è stato anche premiato dal Washington Physician for social responsibility (lPPNW) nel 1993.
Zoughbi, che è stato anche membro del consiglio comunale di Betlemme, è coinvolto nel Comitato Centrale Mennonita di Gerusalemme, nel Consiglio Mondiale delle Chiese, nell’International Fellowship of Reconciliation, nel Middle East Facilitators Forum e nell’Arab Partnership for Conflict Prevention. Il suo lavoro di educatore alla nonviolenza, di sostenitore della giustizia e dei diritti umani, di facilitatore e formatore lo ha portato in Costa Rica, Giappone, Corea, Libano, Tunisia, Paesi africani, europei e mediorientali, Canada e Stati Uniti, per citarne alcuni.
Zoughbi è autore e curatore di numerosi libri. Provenendo dal campo interdisciplinare, Zoughbi crede nella diplomazia a più binari e nel dialogo tra culture e religioni.